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martedì 30 luglio 2013

Il mio bellissimo parto con epidurale

Ricordo come fosse oggi la paura tremenda che mi attanagliava quando pensavo al parto. A dire il vero pensavo al travaglio e al parto ancor prima di rimanere incinta. Non è una cosa normale, e ne sono perfettamente consapevole, ma questa (purtroppo) è la sacrosanta verità : la paura dei dolori del parto è sempre stata una mia turba psichica, ahimè!
Quando ho scoperto di aspettare un bambino, dopo l'iniziale incredulità, dopo la paura di non essere all'altezza e infine, dopo aver provato una gioia immensa, ecco che il mio pensiero è finito proprio lì, nei meandri delle mie paure : al giorno del parto!
Se da una parte non vedevo l'ora di diventare mamma, da quell'altra avrei voluto che la mia gestazione durasse in eterno. In cuor mio ero certa di non farcela, certa di non riuscire ad affrontare " il dolore della morte che dà origine alla vita ", per dirla con le parole " incoraggianti " di una mia amica. E questo nella migliore delle ipotesi, negli scenari peggiori c'era il mio decesso ( sono catastrofica, lo so!).
Ho iniziato a tartassare i maroni al mio ginecologo ( sant'uomo!) più o meno verso la ventesima settimana. Inizialmente volevo un cesareo programmato ( che qui in Svizzera viene fatto senza troppi problemi ) poi, senza troppa convinzione, complice il corso pre-parto, ho optato per un parto spontaneo con epidurale senza dimenticarmi di farmi giurare dal ginecologo che se avessi necessitato dell'analgesia peridurale prima dei canonici due centimetri di dilatazione, l'avrei ottenuta. Mi sembrava la soluzione migliore ... e così, il 21 ottobre 2010 alle ore 22.51 a 37+1 settimane di gestazione, ho dato alla luce Leon. Il mio è stato un parto veloce, bellissimo e praticamente indolore: parafrasando, nà botta di culo pazzesca! Qui di seguito troverete il racconto ( lunghissimo ) del giorno più bello della mia vita, sperando che possa rincuorare qualche futura mamma ansiosa quanto lo ero io.


È iniziato tutto durante la notte del 20 ottobre. Verso le 02.00 ( prima di diventare mamma ero un' inguaribile nottambula, complice probabilmente la mia ex professione di hostess) mi sono accorta di avere le mutandine umide. Ho svegliato mio marito il quale, non avendo nessuna nozione ginecologica, mi ha rassicurata dicendomi che al termine della gravidanza sono cose che possono succedere ( e come diavolo abbia fatto a saperlo, resta tuttora un mistero irrisolto!). Non contenta, e per nulla convinta di questa sua spiegazione, ho acceso il pc e mi sono messa a fare delle ricerche. Effettivamente, a detta di molte, delle perdite a fine gravidanza possono essere considerate fisiologiche e così, dopo essermi cambiata, mi sono messa l'anima in pace. Ricordo che non riuscivo a prendere sonno quindi sono scesa in salotto a leggermi un libro e mi sono poi addormentata sul divano.
Verso le 06.00 mi sono svegliata per fare pipì, e per la seconda volta nel giro di poche ore, le mie mutandine erano umide. A quel punto ero certa di volere l'opinione del mio ginecologo, era ancora presto ma avrei chiamato in studio in mattinata. Non appena ho finito di formulare quel pensiero, ho avuto la mia prima contrazione ( presumo di Braxton Hicks ). Il dolore era lo stesso, ma proprio uguale, al mal di pancia che compare con l'arrivo delle mestruazioni. Nulla di più, nulla di meno. Ne ho avute due o tre nell'arco di 15 min. e poi il nulla più totale, come sono iniziate, sono finite. Premetto che sono state in assoluto le mie prime contrazioni, durante la gravidanza non le ho mai percepite.
Come anticipato poco sopra, nella mattinata ho telefonato al mio ginecologo spiegandogli l'accaduto. Mi ha detto che per precauzione preferiva mandarmi in clinica per un controllo con monitoraggio. Detto fatto, ho svegliato mio marito e siamo partiti.
L'ostetrica che mi ha visitata mi ha detto che tutto era nella norma : il tocografo non rivelava alcuna contrazione ( ovvio, non ne avevo più avute ! ) e che le mie perdite erano da considerarsi normali ... lei escludeva una rottura del sacco. Inoltre mi ha detto che avevo il collo dell'utero dilatato di mezzo centimetro, a parer suo le contrazioni che avevo percepito in mattinata avevano fatto il loro dovere. Me ne sono andata un po' delusa perché in un certo senso credevo, o meglio " sentivo ", che avrei partorito a breve. È un sentimento difficile da spiegare ed io, oltre a non credere a chi si definisce sensitivo, ho il sesto senso sviluppato quanto la mia capacità di guidare : traducendo, pari a zero! Eppure quel giorno la mia era quasi una certezza.
Sono tornata a casa delusa con mio marito, il distruttore d'entusiasmi, che non finiva di ripetere che stavo psicosomatizzando il tutto. In quella circostanza non ho potuto fare a meno di dargli ragione, tutti i segnali giocavano a suo favore. 
A metà pomeriggio, complice la notte passata ( quasi ) in bianco, mi sono buttata a letto e sono caduta in un sonno profondo. 
Mi sono svegliata verso le 20.30 a causa di una contrazione. Sul momento non ci ho badato, era lo stesso dolore percepito in mattinata pertanto mi sono girata dall'altra parte e ho continuato a sonnecchiare. Dopo 15 min. circa ne ho avuta un'altra, e dopo altri 10-15 min un'altra ancora. A malincuore mi sono alzata, sapevo che non sarei più riuscita a dormire.
Mio marito era in salotto, ricordo che stava guardando " Striscia la notizia " e la prima cosa che gli ho detto è stata : " Mi sono iniziate le contrazioni ! " e di tutta risposta mi sono sentita dire : " Oh povera, vieni qui sul divano e stai tranquilla. Ti ho preparato le polpette, ne vuoi una ? " . L' avrei ucciso, giuro che l'avrei ammazzato!!!!
Verso le 23.00 ho messo a punto un consiglio ricevuto al corso pre-parto : mi sono fatta un bagno caldo. Se le contrazioni fossero cessate si trattava di prodromi ma se, al contrario, non fossero passate, si sarebbe trattato dell'inizio del travaglio. In vasca, come volevasi dimostrare non ho avuto l'ombra di una doglia e così  ho approfittato della quiete per telefonare a mia mamma. 
Una volta uscita dalla vasca da bagno, tempo 30 min. e le contrazioni si sono ripresentate. Ho chiesto a mio marito di monitorarmi l'intervallo di tempo tra una doglia e l'altra e abbiamo scoperto che erano parecchio irregolari. Potevo averne tre nell'arco di un quarto d'ora così come potevo stare 20 minuti senza percepire l'ombra di una contrazione. La cosa fantastica è che tra una doglia e l'altra non sentivo assolutamente niente, il nulla più totale.
La mia dolce metà è andata a coricarsi verso le 02.00 di quel magico 21 ottobre ed io ho provato a seguirlo ma inutilmente: le contrazioni, seppur non dolorosissime, m' impedivano di prendere sonno. Mi svegliavo ad ogni doglia ed era più una tortura cercare di dormire in quelle condizioni che non stare sveglia a rilassarmi.
Alle 04.30 mi sono fatta l'ennesimo bagno caldo e, come la volta precedente, in acqua stavo da Dio. Sarò stata a mollo un'ora buona ma appena uscita, nell'arco di mezz'ora le contrazioni si sono ripresentate. Avevo sonno, un sonno tremendo, e volevo sapere se il travaglio era iniziato. Volevo sentirmi dire : " Signora, è dilatata di un centimetro " .... quanto lo desideravo! È stato questo desiderio a farmi alzare la cornetta per comporre il numero della clinica Sta. Chiara. 
Al telefono l'ostetrica, dopo aver ascoltato il mio resoconto della notte appena finita, mi ha detto che probabilmente non ero in travaglio ma che per avere una risposta certa avrei dovuto recarmi lì, al reparto maternità. Evviva! Era quello che aspettavo...
Ho svegliato mio marito e mentre lui era in doccia, ho controllato che nella borsa per l'ospedale ci fosse tutto. Ci siamo bevuti un caffè e siamo partiti. 
Il distruttore d'entusiasmi, in auto, mi ha detto che stavamo andando per niente, che ero troppo agitata e che stavo psicosomatizzando il tutto. A quel punto non ci ho più visto, gli ho detto di andare affanculo assieme alla sua psicosomatizzazione, ecchecazzo che se li facessero gli uomini i figli! 
Appena arrivati abbiamo fatto il ticket all'accettazione, poi siamo saliti al terzo piano ( reparto maternità )e lì ci siamo imbattuti nel mio ginecologo che stava iniziando il giro di visite.
Dalla visita risultavo dilatata di mezzo centimetro ( mi veniva da piangere quando ho saputo che le contrazioni avute durante la notte non avevano fatto nulla) ma le mie perdite erano troppo abbondanti per essere considerate fisiologiche, molto probabilmente si trattava di una rottura superiore delle membrane ( insomma, decidetevi! ). Il mio ginecologo voleva tenermi monitorata per due ore e rivedermi nel pomeriggio per decidere il da farsi. " Il da farsi ? " ho chiesto con aria scettica. " Sì " mi ha risposto il dottore " vediamo se entro questo pomeriggio il travaglio parte da solo, in caso contrario lo provocheremo " Cosaaaaaaaaa ???? Provo che ???? PANICO, PANICO, PANICO. Ovunque si dice che il parto provocato è più doloroso, non volevo affrontarlo, non potevo sobbarcarmelo! Sta di fatto che ho iniziato a farneticare ( e mi è pure scesa qualche lacrimuccia ) al che il mio ginecologo, pensando probabilmente che fossi lesa e/o esaurita, mi ha detto di stare tranquilla poiché voleva solamente tenere monitorata la situazione. Magari il travaglio sarebbe partito spontaneamente o magari la fase prodromica si sarebbe interrotta insomma, non c'era davvero nulla di cui preoccuparsi ... se lo dice lui ...
Dopo la visita mi hanno fatta accomodare nella stanza travaglio e lì mi hanno effettuato un primo monitoraggio subito dopo la visita e il secondo dopo due ore. Nell'intervallo di tempo tra il primo e il secondo monitoraggio, ci hanno offerto la colazione :-). L'ostetrica mi ha detto che il tocografo rilevava le contrazioni ma evidentemente non erano quelle " giuste " atte a far partire il travaglio. 
Verso le 10.00 mi è stato chiesto se preferivo essere ricoverata seduta stante o se mi veniva più comodo passare alle 15.00; ho scelto la seconda opzione. Tutto sommato stavo bene, il dolore era assolutamente sopportabile e preferivo " vivermi " l'inizio di quest'esperienza a casa mia.
Alle 15.00, come d'accordo con l'equipe medica eravamo nuovamente in clinica, per l'ennesimo controllo.
L'ostetrica che ci ha accolti ( colei che qualche ora più tardi avrebbe fatto nascere mio figlio) non era la stessa del mattino e appena mi ha posizionato il tocografo sulla pancia per monitorarmi le contrazioni mi ha detto : " Sicuramente non è in travaglio, se lo fosse non parlerebbe con la tranquillità con cui lo sta facendo "  Che culo!!!!!!  E invece, dopo mezz'ora di monitoraggio, durante la visita interna mi sono sentita dire : " Mi sbagliavo. È dilatata di due centimetri e ha rotto parzialmente le acque, da adesso è ricoverata ... e complimenti per come regge il dolore. ". Due centimetri, due centimetri, due centimetriiiiiii, non mi sembrava vero! Le contrazioni erano appena più intense di quelle avute durante la notte ma assolutamente e indubbiamente sopportabili.
Ho fatto il travaglio in camera mia in quanto avevo una stanza singola della clinica. Marianne, l'ostetrica, mi ha portato una palla di gomma ma la posizione che più mi aiutava durante la contrazione, era mettermi accovacciata. 
Mio marito chiedeva a chiunque, ma proprio a chiunque, se fosse normale il fatto che non soffrissi. " Meglio, no?! " rispondevo, ma l'equipe medica non era dello stesso parere. Ci avevano detto che le contrazioni " vere " sarebbero arrivate. Io stentavo a crederci, iniziavo davvero a pensare di essere un caso più unico che raro, " la donna che non ha sofferto durante il parto ".
Alle 17 mi ha visitata il mio ginecologo, sempre due cm. e sempre con dolori poco più forti di un ciclo mestruale. Gli ho chiesto quando sarebbe nato mio figlio, visto che il travaglio sembrava procedere a rilento. " Probabilmente questa notte, domattina al massimo. Ho già capito che non dormirò ".  Wow, entro una dozzina d'ore sarei diventata mamma.
Alle 19 Marianne ha effettuato l'ennesimo monitoraggio di 30 minuti e al termine ha proceduto con la consueta visita interna. Ero dilatata di tre centimetri abbondanti, le contrazioni erano regolari, più o meno una ogni 6-7 minuti e il dolore, nonostante fosse più intenso di quello avuto nel pomeriggio, era ancora assolutamente sopportabile. Marianne continuava a complimentarsi per come reggevo il dolore, mia mamma ( che era passata in clinica per un saluto), altrettanto. Il fatto è che non stavo soffrendo e l'epidurale era l'ultimo dei miei pensieri ( questo per far capire quanto stessi bene, ero solo molto stanca ).
Mia madre se n'è andata verso le 21.00 pregandola di avvertirla a nascita avvenuta; mi ha detto che a parer suo mancava davvero poco. In effetti le contrazioni erano piuttosto intense e abbastanza ravvicinate ( una ogni 5 min ca. ). Non vedevo l'ora di sapere il procedere della dilatazione.
Alle 21.15 una contrazione fortissima mi ha rotto definitivamente le acque. Lì ho capito che cosa intendevano per " le vere doglie ". Ho urlato a mio marito di suonare immediatamente il campanello, Marianne è accorsa e io le ho detto, testuali parole : " ho rotto le acque, voglio l'epidurale ".  L'ostetrica mi ha risposto che l'anestesista aveva un' urgenza in sala operatoria ma che si sarebbe informata circa i tempi d'attesa. 
Per la prima volta stavo iniziando a cedere. Le contrazioni erano molto ravvicinate, una ogni 3 min. più o meno, e belle intense. Camminavo per la stanza come un leone in gabbia e continuavo a chiedere a mio marito quanto dura, in media, un'operazione. Bramavo la parto-anestesia, avevo paura di dilatarmi troppo velocemente con la conseguenza di partorire senza analgesia. 
Alle 21.30 ca., Marianne mi ha detto che l'anestesista era pronto, mi ha presa sottobraccio e mi ha accompagnata in sala parto, ci sono andata con le mie gambe. Lì mi ha fatta svestire e mi ha pregata di indossare la camicia da notte della clinica, quella aperta dietro.
Mi ha fatta accomodare sul lettino e mi ha sparato una flebo al braccio ( solo dopo molti mesi ho scoperto che era ossitocina ) e da lì a poco sono iniziate le contrazioni a go-go : pazzesche, micidiali. La durata di una contrazione, a mio parere, raggiungeva il minuto, molto probabilmente lo superava pure. L'intensità è indescrivibile : un dolore alla pancia, come quelli avuti sino a pochi minuti prima, ma elevato all'ennesima potenza.
Alle 21.40 ca. è arrivato l'anestesista, prima di praticarmi l'epidurale mi sono dovuta mettere in posizione fetale e mi sono state effettuate delle anestesie locali sulla schiena. Il tutto si è dilungato di parecchio perché le punture venivano fatte tra una contrazione e l'altra. Ad un certo punto l'anestesista mi ha raccomandata di stare ferma, alla prossima tregua avrei avuto la tanto, ma taaaaaaaanto desiderata epidurale. Marianne e mio marito mi tenevano ferma mentre il dottore armeggiava sulla mia schiena. Al termine del procedimento l'anestesista mi ha detto che nel giro di 10 minuti avrebbe sortito il suo effetto, e così è stato.
Alle 22.05 mi si sono aperte le porte del paradiso. Non percepivo più alcun dolore : nulla, niente, nisba. 
Mio marito, vedendomi con un'altra cera, mi ha detto che andava in bagno e a prendersi un caffè al distributore. 
Marianne mi ha chiesto come stavo, con un sorrisone le ho detto che dovrebbero dare il Nobel a chi l'ha inventata e che aveva proprio ragione, le doglie fanno un male della Madonna! " Gioia lo so, ho due figli !" è stata la sua risposta. 
Ad un certo punto ho iniziato ad avvertire una pressione in vagina, totalmente indolore. Ho chiesto a Marianne se fosse normale. Mi ha visitata e con un sorriso dolcissimo mi ha detto : " Sei completa, 10 centimetri !!! " . Wow, wow WOW  ma dov'era mio marito? Mi era stato accanto e mi aveva supportata ( e sopportata ! ) per tutto il tempo, mai avrei voluto che si fosse perso la nascita. Dovevano cercarlo, dovevano dirglielo!
In quell' istante è arrivata anche l'infermiera pediatrica, hanno acceso le luci della sala parto ( prima erano soffuse ), hanno messo in moto gli apparecchi di rianimazione ed entrambe si sono messe un camice blu. Per la prima volta mi sono realmente resa conto che a breve sarei diventata mamma.  Quando il mio uomo è ricomparso un pochino mi sono calmata.
Ho chiesto all'equipe medica se dovevo spingere ma visto che non avevo lo stimolo mi hanno detto di aspettare l'arrivo del mio ginecologo.
Ore 22.20 circa, è arrivato anche il ginecologo. L' ho sempre visto vestito casual ( in studio ) e con un camice aperto in clinica. In quel momento indossava la tenuta da chirurgo : pantaloni e camice verde con la mascherina che scendeva morbida sul collo. Avevo paura, una paura folle e l'ho esternata. " Andrà tutto bene, tra pochissimo sarai mamma " è stata la risposta del mio dottore. E così, ho iniziato a spingere. Ricordo che faceva male, tanto male, bruciava. Dopo poche spinte mi hanno detto che si vedevano i capelli del bebè,  " Di che colore sono ? " è stata la domanda idiota che ho posto.
Dopo sì e no dieci spinte, il ginecologo mi ha detto che se spingevo bene alla prossima sarebbe nato. Ho spinto con tutta la forza che avevo in corpo e poco dopo ho visto la cosa più bella in assoluto : la sua testolina ! Non potrò MAI dimenticarmi quell'istante. 
E da quel momento i miei ricordi sono sbiaditi. Ricordo i baffi del mio ginecologo sulla mia fronte, un bacio, e la sua voce che diceva : " Sono le 22.51, tanti auguri mamma! ". Ricordo le lacrime di mio marito : " Adesso siamo una famiglia, vi amo! ",  ricordo lo sguardo di mio figlio. Ero un pullulare di emozioni, troppo emozionata anche per piangere.

Mio figlio è nato con un' ora e mezza di dolore e una decina di spinte. Ho avuto un parto magnifico, che auguro a tutte, e ( quasi ! ) indolore.










sabato 6 luglio 2013

Vacanze all' Isola d' Elba ...

Quest'anno le ferie estive le abbiamo passate nella terra dell'esilio di Napoleone : l' Isola d'Elba! Se non avete idea di dove passare le vacanze e avete la possibilità di visitare l'isola più grande dell'arcipelago toscano fatelo, ne vale la pena, è davvero bellissima !
Personalmente non l'ho trovata carissima, mi è parso che fosse soltanto un pelino più costosa della terraferma. Il nostro alloggio ( Residenza Sant'Anna del Volterraio ) si trovava a Bagnaia, nel comune di Portoferraio. Devo dire che è un posto magnifico, immerso in un parco curatissimo e a due passi dal mare. Il monolocale, comprese le pulizie, l'abbiamo pagato 606 euro ( 10 notti ) le ultime due settimane di giugno.
Anche i ristoranti non sono particolarmente dispendiosi, un po' di più del normale ma nulla di che. Le spiagge equipaggiate ( 2 sdraio e un ombrellone ) costavano 20 euro al giorno; ci sono comunque diverse spiagge libere...
I lidi più belli, a mio avviso, sono quelli di : Lacona ( Capoliveri ), Marina di Campo, Fetovaia ( Marina di Campo ), Procchio ( Marciana Marina) e la Biodola ( Portoferraio ).
Una settimana / dieci giorni sono sufficienti a visitarla tutta ( è piccolina ) e, cosa importantissima, non si diventa scemi a correre a destra e a manca per cercare di vedere quanto più possibile.
A mio avviso ogni comune merita di essere visitato, magari dopo una giornata al mare ci si ferma a prendere un aperitivo o la sera, dopo cena, perdendosi nei vicoli e nelle boutiques.
Tra le cose da vedere ci sono le due residenze napoleoniche, l'acquario a Marina di Campo che è secondo in quanto a grandezza a quello di Genova, il parco minerario, il castello del Volterraio con la sua vista mozzafiato ...
E poi ci sono le gite in barca che oltre a offrire una giornata in una delle isole dell'arcipelago toscano( a scelta ), danno anche la possibilità di passare una giornata in Corsica. Un'alternativa carina, soprattutto per chi ha bimbi piccoli, è la barca sottomarino : parte da Marciana Marina oltrepassa St.Andrea e offre un " tour " spettacolare tra i fondali elbani : non mancano pesci coloratissimi e relitti !
A mio parere l'isola è adatta per famiglie e per tutti coloro che desiderano una vacanza tranquilla, all'insegna del relax.




Panorama da Marciana 



St.Andrea


Porto Azzurro








Laghetto di Terranera ( Porto Azzurro ) 



La spiaggia ( libera ) di fronte al laghetto 


Capoliveri 







Marina di Campo 




Portoferraio 




Rio Marina 






La dimora estiva di Napoleone ( Villa di San Martino )



Il nostro Residence ( St. Anna del Volterraio - Bagnaia )